Il culmine del conflitto

Derek Prince
*First Published: 2001
*Last Updated: dicembre 2025
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Di fronte alla rivelazione scritturale della ribellione di satana e dei suoi angeli contro Dio, potremmo essere tentati ad esclamare: "Dio non avrebbe potuto reprimere quella ribellione sul nascere e mandare satana e tutti i suoi angeli nel lago di fuoco, dove dovrebbero stare?".
Certamente Dio avrebbe potuto farlo, ma scelse altrimenti. Nella Sua imperscrutabile saggezza, fece di satana e della sua ribellione uno strumento da poter usare per i Suoi scopi. Fu C.T. Studd, il giocatore di cricket inglese, in seguito diventato missionario, ad osservare: "Dio ha usato satana quasi più di qualsiasi altra creatura".
As this series, Because of the Angels, draws to a close, we will see how the spiritual conflict of which we are inextricably a part reaches its climax, and discover that believers play a crucial role in Satan's final downfall.
La relazione tra noi e Dio è regolata da un principio, secondo il quale questo rapporto non si può considerare solido fino al momento del nostro avvenuto superamento delle prove che Egli ha stabilito. Questo vale sia per gli esseri umani che per gli angeli; le relazioni non testate sono come l'oro non raffinato: non sono accettabili in Paradiso.
Per questo motivo Gesù disse ai cristiani di Laodicea: "Vi consiglio di acquistare da me oro raffinato nel fuoco". ¹ In altre parole: "La vostra pretesa di essere il mio popolo non sarà legittima finché non avrete superato la prova”. L'oro di quella qualità non è economico: dobbiamo comprarlo. C'è quindi un prezzo da pagare!
Satana, il ‘tester’ (colui che mette alla prova)
Uno degli strumenti principali che Dio usa per metterci alla prova è satana. Due volte nella Scrittura è chiamato “il tentatore”. ² Questo potrebbe essere tradotto più letteralmente ‘il tester’.
In primo luogo Dio ha usato satana come suo tester tra gli angeli in Cielo. Solo quegli angeli che si rifiutarono di unirsi a satana nella sua ribellione, superarono la prova. Per tre volte, in riferimento al ritorno di Cristo nella gloria e ai giudizi che eseguirà, la Scrittura afferma che sarà accompagnato dai santi angeli.³ Questi ultimi si distinguono da quelli che si erano uniti a satana nella sua ribellione, perdendo così la loro santità.
Inoltre, Dio usa satana per mettere alla prova l'umanità; tutto ebbe inizio con i primi esseri umani: Adamo ed Eva. Egli li mise nel giardino con una semplice proibizione: non mangiare del frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male. Allora la tentazione di satana si fece strada nel giardino, inducendoli a fare l'unica cosa che Dio aveva proibito. Quando cedettero a questa tentazione, Dio pronunciò un giudizio su tutti e tre. satana aveva svolto il ruolo di tester che gli era stato assegnato, ma Adamo ed Eva fallirono nella loro prova e di questo solo loro furono ritenuti responsabili.
A satana fu permesso di svolgere il ruolo di tester anche nella vita dello stesso Gesù.
Dopo che il Signore ebbe digiunato quaranta giorni nel deserto, il tentatore (tester) andò da Lui e lo sottopose a tre tentazioni (test) consecutive.⁴ Ma, dove il primo Adamo aveva fallito, l'ultimo Adamo prevalse. Superò vittoriosamente tutte e tre le prove e satana dovette ritirarsi.
Tre anni e mezzo dopo, il tester fu nuovamente liberato, contro Gesù. Innanzitutto, satana entrò in Giuda Iscariota e lo usò per tradire Gesù. ⁵ In seguito, fomentò una moltitudine di uomini empi perché chiedessero la crocifissione di Gesù e, ancora una volta, Egli superò la prova deponendo volontariamente la Sua vita in sacrificio, per i peccati di tutta l'umanità.
Ma fu in questa circostanza che l'imperscrutabile sapienza di Dio raggiunse il suo culmine. La morte espiatoria di Gesù sulla croce aveva infatti annullato tutti i crediti di satana sull'umanità caduta. La sua apparente vittoria divenne la causa della sua irrevocabile sconfitta.
Da schiavi a conquistatori
Eppure Dio aveva ancora un altro modo per usare satana come dimostrazione della Sua imperscrutabile saggezza; egli aveva tentato l'umanità a ribellarsi contro Dio, rendendola così sua schiava. Ma, attraverso il sacrificio espiatorio di Gesù sulla croce, Dio non solo ci ha salvato dai nostri peccati rendendoci eredi del Suo regno; in effetti ha fatto di noi degli strumenti attraverso i quali sconfiggerlo. Gli schiavi di satana si sono trasformati, così, nei suoi conquistatori. Solo Dio avrebbe potuto progettare questo piano!
In Apocalisse 12:7–11, Giovanni descrive una guerra, in un futuro prossimo, che finalmente pone fine al regno di satana di cui fanno parte gli angeli ribelli nei luoghi celesti:
“E scoppiò la guerra in cielo: Michele e i suoi angeli combatterono contro il drago; e il dragone e i suoi angeli combatterono, ma non vinsero, né fu più trovato posto per loro in Cielo. Così fu scacciato il gran dragone, quel serpente antico, chiamato diavolo e satana, che seduce tutto il mondo; fu gettato sulla Terra e con lui furono gettati anche i suoi angeli. Allora udii una gran voce che diceva nel Cielo: Ora la salvezza, la forza, il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo sono venuti, poiché l'accusatore dei nostri fratelli, che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte, è stato abbattuto. E lo hanno vinto mediante il sangue dell'Agnello e mediante la parola della loro testimonianza, e non hanno amato la loro vita fino alla morte”.
Questo resoconto mette in evidenza alcuni fatti estremamente importanti:
- Fino al tempo degli eventi riportati in questo testo, satana e i suoi angeli hanno continuato a mantenere il loro regno nei luoghi celesti.
- Quando la voce in Cielo parla dei "nostri fratelli", si riferisce ai credenti sulla Terra.
- satana e i suoi angeli non vengono cacciati finché non vengono sconfitti da una forza combinata tra gli angeli di Dio nei luoghi celesti e i credenti sulla Terra.
Questo indica un incredibile culmine del conflitto: "[i credenti sulla terra] lo hanno vinto [satana]." Sono i credenti redenti sulla Terra i responsabili della cacciata finale di satana dai luoghi celesti, dove ha mantenuto il suo regno. Le vittime di satana sono infine diventate i suoi conquistatori.
La battaglia si combatte con armi spirituali. L'arma principale di satana è la colpa. Per questo ci accusa davanti a Dio giorno e notte: Gli ricorda tutti i peccati che abbiamo commesso. Il suo scopo è quello di enfatizzare continuamente le nostre colpe; se siamo davvero colpevoli, allora non abbiamo alcun potere contro di lui e nessun diritto di prendere il suo posto in paradiso.
La nostra vittoria si sperimenta solo quando ci serviamo delle più potenti tra tutte le armi che Dio ha messo a nostra disposizione: il sangue dell'Agnello e la parola della nostra testimonianza. Il sangue dell'Agnello afferma il sacrificio pienamente sufficiente che Gesù ha offerto sulla croce al nostro posto. “Poiché con un'unica offerta [sacrificio] Egli ha reso perfetti per sempre [noi] che siamo santificati”. ⁶ Il sacrificio di Gesù, in nostro favore, è sufficiente per sempre. Non è necessario aggiungervi niente e nulla può mai essere tolto da esso. L'ultima frase di Gesù sulla croce fu: "Tutto è compiuto!" ⁷ È ‘completamente completo’ e ‘perfettamente perfetto’.
Il modello della Pasqua
Ciò che Dio ha messo a nostra disposizione in questo conflitto finale con satana, è stato profeticamente anticipato nelle prescrizioni della Pasqua ebraica, attraverso le quali Dio ha liberato Israele dalla schiavitù in Egitto. L'agnello da sacrificare nella cerimonia prefigura Gesù, "l'Agnello di Dio".
Il capo di ogni famiglia israelita aveva la responsabilità di selezionare e uccidere l'agnello, per poi raccoglierne il sangue in una bacinella. Ma il suo compito non era finito, doveva trasferire e spalmare il sangue del catino sull’architrave e sugli stipiti delle porte d’ingresso, per dare ad ogni casa israelita la certezza di essere protetta. La promessa di Dio era: "Quando vedrò il sangue, passerò oltre a voi", ⁸ cioè: "Il Mio giudizio non verrà su di voi".
C'era un ulteriore elemento che costituiva una parte essenziale della cerimonia della Pasqua: una pianta chiamata issopo, che cresce in abbondanza in gran parte del Medio Oriente. Il capofamiglia doveva raccogliere un mazzetto di issopo, immergerlo nel sangue e poi spruzzarlo sull'architrave e sui due stipiti della sua casa. Solo allora quella casa era protetta.
Come si applica questo al sacrificio di Gesù sulla croce, dal momento che ha versato il suo sangue per noi? Prendendo in prestito un'immagine tratta dalla cerimonia della Pasqua, il sangue ora si trova nel catino, ma non protegge nessuno. Deve essere trasferito dalla bacinella al luogo in cui ognuno di noi vive.
Nella cerimonia pasquale l'issopo applicava il sangue dove era necessario. Cosa può svolgere la stessa funzione nella nostra vita? Come possiamo applicare il sangue di Gesù dove ne abbiamo bisogno?
La risposta ci viene data in Apocalisse 12:11: “Essi [i credenti sulla Terra] lo hanno vinto [satana] mediante il sangue dell'Agnello e la parola della loro testimonianza”. È la nostra testimonianza che fa per noi ciò che l'issopo fece per gli israeliti. Quando testimoniamo personalmente di ciò che il sangue di Gesù fa per noi, allora possiamo appropriarci di tutti i benefici che Dio ci ha fornito attraverso il sacrificio di Gesù sulla croce. La nostra audace e continua testimonianza personale diventa l'issopo che applica il sangue di Gesù alle nostre vite.
Dobbiamo ricordare, tuttavia, che satana ha accesso alla Bibbia, ha familiarità con gli scopi di Dio rivelati nella Scrittura e sa che Dio si propone di fare dei credenti sulla Terra uno degli strumenti principali della sua sconfitta finale. La sua strategia, quindi, è quella di paralizzarci con il senso di colpa, facendoci sentire totalmente indegni e inadeguati. A tal fine, ci accusa “davanti al nostro Dio giorno e notte”.⁹
Potremmo chiederci: perché Dio non mette a tacere le sue accuse? La risposta è che Dio non farà per noi ciò che possiamo fare noi stessi, con i mezzi che ci ha fornito. Egli ha provveduto per noi armi spirituali mediante le quali possiamo vincere ogni accusa che satana può muovere contro di noi. Ad ogni sua accusa si può rispondere che il sangue di Gesù, versato sulla croce, ha provveduto ad una piena e perfetta propiziazione. Quindi non siamo colpevoli!
Un manuale per i soldati degli ultimi tempi
In un esercito terreno, un soldato arruolato riceve le armi adeguate ed un addestramento che lo renda esperto nel loro uso. È imperativo che noi, quali soldati dell'esercito del Signore degli ultimi tempi, diventiamo abili nell'uso delle armi che Dio ci ha fornito: il sangue dell'Agnello e la parola della nostra testimonianza. Dobbiamo imparare a testimoniare in modo appropriato riguardo a tutto che ci è stato messo a disposizione attraverso il sangue di Gesù.
Illustro di seguito un "manuale di addestramento" su come appropriarci di ciò che ci è stato messo a disposizione attraverso il sangue di Gesù. Se acquisirete familiarità con i brani della Scrittura citati, o meglio ancora, li imparerete a memoria, sarete pronti a prendere parte al vasto conflitto spirituale con il quale si chiuderà l'età presente.
"Sconfiggiamo satana quando testimoniamo personalmente di ciò che il Sangue di Gesù fa per noi, secondo la Parola di Dio”. (Apocalisse 12:11)
"Attraverso il sangue di Gesù, sono redento dalla mano del diavolo”. (Efesini 1:7)
"Attraverso il sangue di Gesù, tutti i miei peccati sono perdonati”. (1 Giovanni 1:9)
"Attraverso il sangue di Gesù, vengo continuamente purificato da ogni peccato”. (1 Giovanni 1:7)
"Attraverso il sangue di Gesù sono giustificato, reso giusto, proprio come se non avessi mai peccato". (Romani 5:9)
"Attraverso il sangue di Gesù, sono santificato, reso santo, messo da parte per Dio". (Ebrei 13:12)
"Attraverso il sangue di Gesù, ho la libertà di entrare alla presenza di Dio”. (Ebrei 10:19)
"Il sangue di Gesù grida continuamente a Dio in Cielo a mio favore”. (Ebrei 12:24)
Un requisito finale
Apocalisse 12:11 si chiude con la caratteristica distintiva di tutti coloro che emergono vittoriosi da questo conflitto:
“...non hanno amato la loro vita fino alla morte”.
Come dovremmo applicare questo aspetto a noi stessi? Significa che per noi è più importante fare la volontà di Dio che restare in vita. Se mai dovessimo trovarci in una situazione in cui obbedire a Dio ci costasse la vita, allora obbediremo a Dio.
Probabilmente non tutti dovremo realmente fare questa scelta netta, ma la questione decisiva è il nostro impegno. Esso conferisce alla nostra testimonianza una qualità che la rende un'arma contro la quale satana non ha difese. Ognuno di noi deve quindi confrontarsi con questa domanda: Posso sinceramente dire di me stesso che non amo la mia vita fino alla morte?
¹ ¹ Apocalisse 3:18
² ² Matteo 4:3; 1 Tessalonicesi 3:5
³ ³ Matteo 25:31; Marco 8:38; Luca 9:26
⁴ ⁴ Matteo 4:1–11
⁵ ⁵ Luca 22:3
⁶ ⁶ Ebrei 10:14
⁷ ⁷ Giovanni 19:30
⁸ ⁸ Esodo 12:13
⁹ ⁹ Apocalisse 12:10
Codice: TL-L029-100-ITA