Nel contesto delle istruzioni sull’adorazione, impartite alla chiesa del Nuovo Testamento, Paolo scrive: "Per questo motivo la donna deve avere sul capo un simbolo di autorità, a causa degli angeli." ¹. Egli dà per scontato che, quando i cristiani si incontreranno, anche gli angeli saranno presenti e parteciperanno.

This is the first in a series of six teaching letters called Because of the Angels. As an introduction, we will explore Biblical accounts of the ways that angels play a role in believers' lives.

Più di una volta, mentre Ruth ed io stavamo adorando insieme, lei ha sentito gli angeli cantare. Ci siamo resi conto di avere il privilegio di sperimentare una piccola parte dell'adorazione globale dell'universo, che abbraccia sia il Cielo che la Terra. Ho sentito testimonianze simili da parte di altri cristiani.

In Ebrei 1:14, lo scrittore dice che gli angeli di Dio sono "tutti gli spiriti ministranti, inviati a servire coloro che erediteranno la salvezza". La frase greca tradotta con "spiriti ministranti" descrive specificamente gli spiriti che compiono atti sacerdotali. Nella Chiesa del Nuovo Testamento, Cielo e Terra si fondevano insieme nell'adorazione.

Diverse ribellioni angeliche

La Bibbia rivela una successione di ribellioni angeliche contro Dio. La prima, e più significativa, fu quella di lucifero (un arcangelo) descritta in Isaia 14:12–14:

"Come sei caduto dal cielo,

Per quanto mi riguarda, credo che la Persona divina alla cui posizione satana aspirasse non fosse Dio Padre, ma Dio Figlio (rivelatosi più tardi nella storia umana come Gesù di Nazaret). Il conflitto tra loro due raggiunse il suo culmine alla croce, dove satana apparentemente sconfisse Gesù, ma, in realtà, fu Gesù a spogliarlo di tutte le sue armi, lasciandolo totalmente sconfitto. “Avendo disarmato i principati e le potestà [di satana], [Gesù] ne fece un pubblico spettacolo, trionfando su di loro in esso” ², cioè attraverso la croce (Colossesi 2:15).

In Apocalisse 12:3–4 satana è raffigurato come "un grande dragone rosso fuoco" la cui "coda attirava un terzo delle stelle del cielo". Apparentemente, in qualità di arcangelo, lucifero (ora satana) aveva autorità su un terzo degli angeli. Essi lo seguirono nel suo atto di ribellione e, insieme a lui, furono scacciati dal Cielo. satana e gli angeli che lo seguirono stabilirono quindi un regno rivale nei "luoghi celesti" ³, situato tra il terzo cielo ⁴, (che è la dimora di Dio), e il cielo visibile dalla Terra.

Sebbene il destino di satana sia stato irrevocabilmente deciso con la sua sconfitta alla croce, il giudizio finale su di lui avverrà solo alla fine del millennio. In quel momento satana, insieme all'anticristo, sarà "gettato nello stagno di fuoco e zolfo... dove saranno tormentati giorno e notte nei secoli dei secoli" ⁵.

Angeli caduti prima del diluvio

Un'ulteriore trasgressione da parte degli angeli è descritta in Genesi 6:1–2:

“Ora avvenne, quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla faccia della Terra e nacquero loro delle figlie, che i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle; e si presero per mogli quelle che si scelsero tra tutte”.

Chi sono questi "figli di Dio" che vengono menzionati due volte nel libro di Giobbe?

In Giobbe 1:6: "Ci fu un giorno in cui i figli di Dio vennero a presentarsi davanti al SIGNORE, e anche satana venne in mezzo a loro”.

E ancora in Giobbe 38:7, quando Dio chiede a Giobbe: "Dov'eri tu... quando le stelle del mattino cantavano insieme e tutti i figli di Dio gridavano di gioia?".

Ovviamente, in entrambi i passaggi la definizione "figli di Dio" si riferisce a creature angeliche (certamente non c'erano esseri umani presenti quando Dio pose le fondamenta della Terra).

Esistono due brani nel Nuovo Testamento che descrivono il giudizio emanato da Dio sugli angeli che commisero questo peccato con donne umane. In Giuda 6 si dice: "E gli angeli che non mantennero le loro posizioni di autorità ma abbandonarono la loro stessa casa [il Cielo], questi li ha tenuti nelle tenebre, legati con catene eterne per il giudizio nel grande Giorno".

È chiaro che non si riferisce agli angeli che hanno partecipato alla ribellione originaria di satana, perché entrambi non sono ancora confinati, ma sono liberi e attivi nei "luoghi celesti". Il peccato degli angeli, a cui si riferisce Giuda, è stato quello di avere abbandonato la loro dimora designata in Cielo e di essere scesi sul piano della Terra, dove hanno convissuto con donne umane.

Giuda prosegue così: “Similmente, Sodoma, Gomorra e le città circostanti si abbandonarono all'immoralità sessuale e alla perversione. Servono da esempio per coloro che subiscono la punizione del fuoco eterno”.

Giuda paragona gli angeli caduti al tempo di Noè con gli abitanti di Sodoma e Gomorra, perché entrambi erano colpevoli dello stesso peccato di immoralità sessuale e perversione.

Anche in 2 Pietro 2:4–6 l'apostolo accomuna gli angeli decaduti al tempo di Noè con gli abitanti di Sodoma e Gomorra:

“Poiché se Dio non ha risparmiato gli angeli che hanno peccato, ma li ha precipitati nell'inferno e li ha abbandonati nelle catene delle tenebre, per essere riservati al giudizio; e non risparmiò il mondo antico, ma salvò Noè, uno di otto persone, un predicatore di giustizia, portando il diluvio sul mondo degli empi; e riducendo in cenere le città di Sodoma e Gomorra, le condannò alla distruzione, facendone un esempio per coloro che poi sarebbero vissuti empiamente...”.

In entrambi i casi, il loro peccato era il sesso innaturale. Nel versetto 4, dove la traduzione italiana dice, “precipitati nell'inferno”, la parola greca usata è in realtà tartarus, un termine che ricorre frequentemente nella letteratura greca. Il ‘Tartaro’ è stato definito come "un luogo di reclusione tanto al di sotto dell'Ade quanto l'Ade è al di sotto della Terra".

È sorprendente quanto a lungo il Signore tolleri alcune forme di peccato nel mondo, ma ci sono alcuni confini sui quali Dio vigila gelosamente. Uno di questi è costituito dal divieto di pratiche sessuali perverse, sia tra angeli ed esseri umani, sia tra esseri umani dello stesso sesso. Quando questo limite viene oltrepassato, i giudizi più severi di Dio seguono rapidamente. In un caso, il giudizio giunse sotto forma di diluvio; nell'altro spazzò via istantaneamente la popolazione di due intere città.

Peccati simili ai nostri giorni

La Bibbia indica chiaramente che le relazioni tra gli angeli e le donne umane non cessarono definitivamente al tempo del diluvio. “I Nephilim erano sulla Terra in quei giorni, e anche in seguito, quando i figli di Dio andavano dalle figlie degli uomini e da loro avevano figli. Erano gli eroi di un tempo, uomini di fama” ⁶.

La parola ebraica nephilim deriva direttamente dal verbo ebraico naphal, che significa "cadere". I Nephilim, quindi, sono caduti, cioè angeli caduti. C'erano i nefilim sulla Terra "in quei giorni" (durante e dopo il diluvio).

Coloro che nacquero da questa unione innaturale, furono chiamati eroi. La mitologia greca è ricca di descrizioni di tali eroi. Nascevano quando gli esseri che i Greci chiamavano dèi, avevano rapporti sessuali con donne umane. Questi dèi erano esseri potenti in modo soprannaturale e discendevano da un piano di esistenza superiore. La Bibbia li chiama nephilim. Erano, infatti, angeli caduti.

Per citare solo alcuni esempi, si dice che Zeus (il ‘padre’ degli dei) abbia preso le sembianze di un cigno e si sia unito a una donna di nome Leda, la quale gli diede tre figli. In un'altra occasione, sotto forma di toro, Zeus ebbe rapporti con Europa, che gli diede altri tre figli. Un altro ‘dio’, Poseidone, il dio del mare, si unì a una donna umana la quale gli diede un figlio di nome Teseo, che divenne uno dei più famosi eroi greci.

Si potrebbero aggiungere molti altri esempi. Questi miti sono come uno specchio incrinato, che fornisce una rappresentazione distorta degli eventi accuratamente riassunti in Genesi 6:4.

Come ai giorni di Noè

In Luca 17:26 Gesù ci avverte: "E come avvenne ai giorni di Noè, così sarà anche ai giorni del Figlio dell'uomo". In altre parole, le condizioni che hanno contraddistinto i giorni di Noè, caratterizzeranno nuovamente il periodo che precede la chiusura di quest’era.

Al tempo di Noè "anche la Terra era corrotta davanti a Dio, e la Terra era piena di violenza".⁷ Senza dubbio, entrambe queste caratteristiche si stanno palesemente riproducendo davanti ai nostri occhi oggi: corruzione morale e una intensificazione continua di violenza.

Anche ai tempi di Noè l'umanità fu invasa da angeli provenienti da un livello superiore, che fecero delle donne umane l'oggetto della loro lussuria. Oggi, ancora una volta, i media danno notizia di segnalazioni di "visitatori provenienti dallo spazio". A volte questi avvistamenti sono attestati da vividi resoconti di testimoni oculari.

Possiamo liquidare questi resoconti come invenzioni, ma ciò non spiega la loro crescente frequenza. Un'altra spiegazione suggerita dalla Scrittura è che si stiano riproducendo le condizioni presenti ai giorni di Noè: gli angeli caduti sono di nuovo all'opera sul pianeta Terra.

Una parola opportuna di Paolo

Se la suddetta interpretazione delle Scritture è corretta, conferisce agli avvertimenti di Paolo dati in 1 Corinzi 11:2–16 una nuova urgenza. Egli non considerava la Chiesa come un piccolo gruppo di persone radunato in qualche edificio religioso. Piuttosto, la vedeva come parte di un vasto evento, ricco di azione, che abbracciava sia la Terra che il Cielo. La partecipazione ai loro incontri non era limitata agli esseri umani, ma poteva includere anche angeli, sia buoni che malvagi.

In particolare, Paolo esortava le donne umane, che partecipavano agli incontri della chiesa, ad essere consapevoli della possibile presenza di angeli sia buoni che cattivi. La loro risposta appropriata doveva essere costituita da una copertura adeguata sul proprio capo. In questo modo affermavano di essere sotto l'autorità che Cristo ha conferito alla Sua Chiesa, rendevano il dovuto rispetto all’eventuale presenza di angeli buoni e, allo stesso tempo, si proteggevano dall’eventualità di influenze spirituali impure provenienti dagli angeli malvagi.

Le istruzioni riguardanti le riunioni, che Paolo dà in 1 Corinzi 11:2–16, possono essere riassunte in una parola: timore.

"Dov'è il timore di Me?"

Al tempo di Malachia, il Signore accusò il Suo popolo di insincerità nella loro adorazione. Erano molto religiosi, ma irriverenti. In Malachia 1:6 il Signore dice:

"Un figlio onora suo padre,

Poi in Malachia 1:14 conclude:

"Poiché io sono un grande Re... e il mio nome è da temere tra le nazioni."

In quasi tutte le culture le persone si relazionano con il loro re secondo un codice di comportamento. Noi chiamiamo queste regole protocollo.

Come un re terreno, anche il Signore ha il Suo protocollo. Alcuni dei requisiti del protocollo del Cielo sono indicati in 1 Corinzi 11:2–16. Ci ricordano che i cristiani nei loro incontri non sono solo un piccolo gruppo isolato, a sé stante. Al contrario, dice Paolo, "siamo stati resi uno spettacolo al mondo [l'universo], sia agli angeli che agli uomini".⁸ Abbiamo appurato che le creature celesti sono costituite da angeli buoni e malvagi.

In segno di rispetto per il Signore, e anche nel nostro stesso interesse, dobbiamo studiare e seguire i requisiti del protocollo celeste.

Il tema della mia prossima lettera sarà: La guerra nei luoghi celesti.

¹ ¹ 1 Corinzi 11:10
² ² Colossesi 2:15
³ ³ Efesini 6:12
⁴ ⁴ 2 Corinzi 12:2-4
⁵ ⁵ Apocalisse 20:10
⁶ ⁶ Genesi 6:4
⁷ ⁷ Genesi 6:11
⁸ ⁸ 1 Corinzi 4:9

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