Prendere Dio sul serio

Derek Prince
*First Published: 1994
*Last Updated: dicembre 2025
8 min read
The two previous letters in this series, Preparing to Reign with Christ have identified the characteristics required to reign with Christ and the spiritual nature of the context. This last letter in the series explains the necessity for Christians to take God and His Word seriously.
Recentemente, mentre meditavo sulle varie definizioni di fede, sono giunto alla mia: la fede è prendere Dio sul serio. Questo è stato il risultato dell'incontro con tanti cristiani che dichiaravano di avere fede, ma non prendevano Dio sul serio.
Fare sul serio con Dio significa farlo anche con la Sua Parola. Se una persona ci parla, ma noi ignoriamo, o addirittura rifiutiamo, gran parte di ciò che ci dice, di certo non la stiamo prendendo sul serio. In effetti, siamo responsabili di mancanza di rispetto.
Lo stesso vale per Dio. Se ignoriamo o rifiutiamo gran parte di ciò che ci dice attraverso le Scritture, non lo prendiamo seriamente; di fatto, lo trattiamo irrispettosamente. Eppure, questo è il modo in cui molti cristiani si rapportano con Dio. Trattano la Sua Parola come un buffet, scegliendo le porzioni che soddisfano i loro gusti e tralasciando le altre.
Ci sono quattro modi pratici in cui la Parola di Dio si applica nella nostra vita: le Sue promesse, i Suoi comandamenti, i Suoi divieti ed i Suoi ammonimenti. Esamineremo alcuni esempi di ciascuno di essi e considereremo come possono applicarsi a noi.
Le promesse di Dio
I quattro Vangeli contengono molte promesse meravigliose di Gesù, ma, prima di dichiararle per noi stessi, è importante accertarsi riguardo a chi sia stata data ognuna di esse. Gli evangelisti fanno una chiara distinzione tra le parole che Gesù pronunciò ai suoi discepoli, e quelle riferite alle moltitudini o agli individui che non erano discepoli. Ci sono più di 900 versi che riportano le parole dette ai discepoli e circa 860 di quelle rivolte ai non discepoli.
Il segno distintivo dei veri discepoli era la dedizione. Essi avevano preso l'impegno, senza riserve, di obbedire e seguire Gesù, a prescindere dal costo personale. Egli stesso pose questa condizione:
“Chi non porta la sua croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Chi di voi non rinuncia a tutto ciò che ha, non può essere mio discepolo”. (Luca 14:27, 33)
Ovviamente noi non eravamo presenti quando Gesù parlava, quindi, prima di applicare a noi stessi una qualsiasi delle Sue promesse, dovremmo chiederci: sono io il tipo di discepolo o la persona a cui Gesù stava parlando? Le Sue promesse si applicano a me? Ho il diritto di reclamarle?
Ad esempio, Giovanni 14 contiene delle promesse gloriose, quali:
“Qualunque cosa chiediate nel Mio nome, la farò. Se chiedete qualcosa nel mio nome, lo farò. Poiché io vivo, anche voi vivrete. Vi lascio la pace, vi do la Mia pace. Il vostro cuore non sia turbato e non abbia paura”. (versetti 13, 14, 19, 27)
Tuttavia, queste bellissime promesse furono date solo a un gruppo di discepoli impegnati. Pietro parlò a nome di tutti quando disse: "Vedi, abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito" (Luca 18:28). Proclamare queste promesse, senza soddisfare questa condizione, non è fede ma presunzione. Ognuno di noi dovrebbe chiedersi: sono un discepolo o solo un membro della chiesa?
I comandamenti di Dio
“Ora da questo sappiamo di conoscerlo, se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: Lo conosco, e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui”. (1 Giovanni 2:3-4)
La nostra risposta ai comandamenti di Dio rivela la nostra vera condizione spirituale; obbedire ad essi è la prova che conosciamo Dio.
La Bibbia contiene molti comandamenti che riguardano le diverse aree della nostra vita, ma Gesù li riassume tutti in uno solo, che ha la precedenza su tutti gli altri:
“Vi do un comandamento nuovo, che vi amiate gli uni gli altri; come io ho amato voi, che anche voi amatevi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri”. (Giovanni 13:34-35)
Obbedendo a questo comandamento adempiamo l'intera legge: "Poiché tutta la legge è adempiuta in una sola parola, cioè: Amerai il tuo prossimo come te stesso" (Galati 5:14). L'amore è il fine per il quale sono stati dati tutti gli altri comandamenti:
“Ora il fine del comandamento è l'amore che viene da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede sincera, dalla quale alcuni, essendosi allontanati, si sono dati alle chiacchiere oziose...” (1 Timoteo 1:5 -6)
È su questa base che dobbiamo valutare la nostra obbedienza ai comandamenti di Dio. Dobbiamo chiederci: “La mia vita è un'espressione dell'amore di Dio?”.
I divieti di Dio
“Non amate il mondo o le cose del mondo. Se uno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui”. (1 Giovanni 2:15)
Dio ci proibisce di amare il mondo e ci obbliga a fare una scelta: possiamo amare il mondo, oppure Dio Padre, ma non possiamo fare entrambe le cose. Dobbiamo scegliere tra l'uno o l'altro: o l'amore per Dio o quello per il mondo.
Nel linguaggio del Nuovo Testamento, il concetto di ‘mondo’ comprende tutte le persone e le attività che non sono sottoposte al giusto governo del sovrano nominato da Dio, Gesù Cristo. In quanto tale, il mondo, consciamente o meno, è in ribellione contro di Lui. Amare il mondo, quindi, significa allinearsi alla sua ribellione.
L'attrazione del mondo nelle nostre vite è estremamente forte; ci offre molti richiami e tentazioni. Alcuni sono apparentemente innocenti, eppure al loro interno c'è il sottile veleno della ribellione.
I media sono uno dei canali principali dell'influenza del mondo, con tutte le forme di intrattenimento che offrono. Sono giunto alla conclusione che l'intrattenimento non sia un concetto cristiano, se lascia le persone completamente passive. Nella Bibbia, Dio ha ordinato per il Suo popolo stagioni di celebrazione festante, ma il popolo stesso era parte integrante dell'attività e mai un semplice spettatore passivo.
Inoltre, gran parte dell'intrattenimento contemporaneo è permeato di impurità morale e spirituale ed ha un sottile effetto contaminante. Alcuni anni fa Ruth ed io abbiamo visto un film, che era una brillante commedia con una recitazione di prim'ordine, ma conteneva alcune sequenze di linguaggio volgare. Ci siamo sentiti inclini ad andare a guardarlo una seconda volta, ma alla fine decidemmo di non esporre lo Spirito Santo, che era in noi, al linguaggio ignobile del film.
Infine, prendemmo la decisione di non esporci mai volontariamente a qualcosa che glorificasse il peccato e disonorasse Gesù Cristo. Inoltre, ci imponemmo di non tenere in casa nostra libri o altri oggetti che disonorassero Gesù. Vi sembra drastico? Forse sì. Ma il cristianesimo è una religione radicale.
Gli avvertimenti di Dio
In Matteo 24, Gesù dà un'anticipazione profetica di quella che sarà la condizione degli ultimi tempi. Egli inizia con un avvertimento contro l'inganno: "Badate che nessuno vi inganni". Nel versetto 11, ripete il Suo ammonimento: Allora sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti. L'inganno è il più grande pericolo che si presenta ai cristiani negli ultimi giorni.
In Matteo 24, Gesù rivolse il Suo avvertimento agli apostoli, che Egli stesso aveva scelto, e che erano stati sempre con Lui durante i tre anni del Suo ministero. Se questi apostoli avevano bisogno di un tale avvertimento, come possono oggi i cristiani immaginare di essere immuni da questo pericolo?
Eppure ho incontrato non pochi cristiani che sembrano ritenere che l'avvertimento contro l'inganno non si applichi a loro. Questa reazione è, in realtà, un'indicazione del fatto che l'inganno è già all'opera in loro.
In 2 Tessalonicesi 2:9-10, Paolo ribadisce l'avvertimento contro l'inganno, in relazione con l'ascesa dell'anticristo.
"La venuta dell'impenitente [l'anticristo] avviene secondo l'opera di satana, con ogni potenza, segni e prodigi bugiardi, e con ogni iniquo inganno tra coloro che periscono, perché non hanno accolto l'amore della verità, affinché possano essere salvati.”
Molti cristiani carismatici hanno l'atteggiamento di coloro che ritengono che qualsiasi messaggio o ministero, accompagnato da segni soprannaturali, debba necessariamente provenire da Dio, ma questo non è vero. La Bibbia indica che anche satana può produrre diversi tipi di segni soprannaturali. L’accettazione disinvolta di tutto ciò che è soprannaturale come proveniente da Dio, apre in realtà una porta all'inganno.
C'è una sola salvaguardia sicura contro l'inganno: ricevere l'amore per la verità e questo va oltre il semplice ascolto dei sermoni o anche la lettura stessa della Bibbia. Implica piuttosto un impegno intenso e appassionato verso l'autorità delle Scritture, che si rivolge ad ogni ambito della nostra vita; produce in noi una reazione istintiva contro qualsiasi messaggio o ministero che non sia fedele alla Sua Parola.
Dio offre a ciascuno di noi questo amore per la verità. Saremo disposti a riceverlo? Prenderemo sul serio il Suo avvertimento o lo ignoreremo?
Codice: TL-L004-100-ITA